Skip to main content

La Cooperativa La Nuvola ha spento 30 candeline

Presente all'inaugurazione della mostra allestita alla Rocca San Giorgio anche il Ministro Erika Stefani.

ATTUALITÀ Bassa, 07 Maggio 2022 ore 17:11 La Nuvola di Orzinuovi ha compiuto trent’anni.

Oggi pomeriggio, sabato 7 maggio, è stata inaugurata la mostra "IlSantoIlMattoIlFiume" alla Rocca San Giorgio di Orzinuovi.

E' stata una cerimonia molto partecipata, alla presenza del Ministro Erika Stefani che si è unita agli operatori, alla presidente e a tutto il gruppo della Cooperativa e alla Giunta del sindaco Giampietro Maffoni.

La Cooperativa La Nuvola ha spento 30 candeline Tre decenni di "Impresa Social"»; nel 1991 i soci erano dodici e si è partiti con la progettazione di due servizi: il Cse di Rudiano ed il servizio territoriale per la Salute Mentale di Orzinuovi.

Oggi la realtà conta 230 dipendenti e 40 collaboratori, progetta e gestisce servizi residenziali, diurni, domiciliari e scolastici, in un'ottica di corresponsabilità, mutualità e reciprocità.

Tra questi ci sono anche la Comunità Socio Sanitaria Bertinotti Formenti e e la «Civico 14» di Chiari.

È stata una crescita costante, volta a rispondere ai diversi bisogni dei cittadini più fragili, ricercando sempre una sinergia con le istituzioni, gli enti regolatori, il terzo settore e il territorio.

È stata ed è un'impresa, una sfida che, grazie gli importanti investimenti dei soci (lavoratori, volontari, fruitori e finanziatori), dà valore ad alcune tra le categorie più fragili e delicate del nostro tessuto collettivo.

Trent'anni di attività, di memoria, di impegno sociale e d'impresa!

Essere "impresa sociale" significa operare nel vivo delle comunità e contribuire al benessere delle persone che le abitano.

Risuona, in tal senso, la visione de La Nuvola "che mondo vorrei": umanità, cultura, concretezza per un mondo possibile.

Per onorare questi trent’anni di attività La Nuvola ha dato vita ad un lungo processo di rivisitazione delle proprie prassi di cura;

«IlSantoIlMattoIlFiume» è un progetto artistico di Elena Mocchetti che trova il suo punto d’innesco proprio nel più ampio progetto di ricerca-azione di Cooperativa la Nuvola, condotto da Costanza Lanzanova (Area Ricerca e Sviluppo).

La mostra

La mostra è stata inaugurata oggi pomeriggio, alle 15.30, alla Rocca San Giorgio di Orzinuovi.

La piazza della Rocca era gremita di gente accorsa per visitare l'installazione e presenziare al taglio del nasto.

Inoltre, per fare accomodare i ragazzi disabili e i loro parenti, oltre che tutti gli accorsi, sono stati allestiti dei divani nel mezzo della Rocca.

Protagonisti dell'inaugurazione sono stati il Ministro per le Disabilità Erika Stefani, il Giampietro Maffoni senatore della Repubblica e sindaco di Orzinuovi, l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità Alessandra Locatelli, il consigliere regionale Gian Antonio Girelli, il presidente della Provincia di Brescia Samuele Alghisi, della vicepresidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia (e consigliere regionale) Simona Tironi, il consigliere regionale Federica Epis (assessore orceano) e Annamaria Gandolfi, Consigliera di Parità.

Oltre alla Giunta orceana c'erano inoltre anche tantissimi primi cittadini e esponenti politici della zona che non hanno voluto perdersi l'appuntamento con gli operatori della Cooperativa e tutti gli ospiti.

Nei discorsi ufficiali degli ospiti e della presidente della Cooperativa, Rosangela Donzelli, è emersa l'impegno nell'inserimento delle persone disabili nel sociale e del lavoro, risorse pr tutti, ma anche la volontà di continuare con progetti volti all'inclusione e all'inserimento.

Prima della visita, i presenti hanno cantato insieme la canzone "Esseri Umani" di Marco Mengoni.

Il progetto

Il progetto ha avuto due obiettivi: quello di promuovere una valorizzazione delle competenze degli operatori che si prendono quotidianamente cura delle persone fragili e quello di contribuire a cambiare la percezione che abbiamo della fragilità e di chi se ne occupa, persone in cui di volta in volta vediamo dei santi o dei matti invece che, più semplicemente, dei professionisti.

Si tratta quindi di un percorso rivolto non solo all’interno della cooperativa ma anche all’esterno, le due cose insieme, perché se lavorare nei servizi è una scelta personale che richiede competenze specifiche, la fragilità è però di tutti e di ciascuno.

E questa mostra pure. Di qui la scelta di un’artista come Elena Mocchetti, perché quando l’arte non è fine a se stessa ma diventa partecipativa e relazionale, quando cioè passa dalla costruzione di rapporti con le persone, permette di guardare a se stessi e al mondo con occhi diversi, di smontare i luoghi comuni e sorprendersi di quel che diamo per noto:

ci spiazza e così facendo, apre spazi di riflessione e discussione collettiva. Così ha fatto lei, entrando nei servizi, dialogando e collaborando, per ben tre anni, con operatori, utenti e famiglie, coinvolgendoli nel suo lavoro e facendosi coinvolgere nella loro quotidianità e vita professionale;

raccontando questa intensa esperienza con l’occhio immaginativo della sua fotografia, dei suoi video, del suo disegno e delle sue installazioni, realizzati con la collaborazione di tutti.

Di qui anche il ricorso a un antropologo, Ivan Bargna: perché, come l’arte, anche l’antropologia rendendoci più famigliare l’estraneo e più estraneo il famigliare, ci mostra un ventaglio di possibilità:

se le cose stanno così, potrebbero anche stare diversamente. Di qui il suo lavoro di accompagnamento e raccordo fra arte e servizi alla persona.

Infine Casa Testori, realtà culturale che ha sempre coniugato arte e sociale, ha contribuito a mettere a punto il progetto espositivo (con la curatela congiunta di Giuseppe Frangi e Ivan Bargna) e di restituzione pubblica di tutto il percorso.

Ma miccia e innesco non avrebbero portato a nessuna deflagrazione senza la potenza vitale ed esplosiva, il contributo attivo e appassionato di tutte le figure professionali di Nuvola, dei suoi utenti, delle loro famiglie, delle associazioni e delle istituzioni del territorio.

Perché è solo tenendo i piedi saldamente per terra che si può avere la testa sulla Nuvola.

Un percorso complesso e stimolante che fa di questa mostra non solo il momento di una restituzione pubblica di quanto già avvenuto, ma un laboratorio di cittadinanza attiva che fa della fragilità, del prendersi cura gli uni degli altri, un bene comune.